giovedì 29 maggio 2014

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martedì 20 maggio 2014

Carlo Mollino........esoterismo e non solo!


  1. CARLO MOLLINO
  2. Carlo Mollino è stato un architetto, designer, pilota automobilistico e aeronautico italiano. 
  3. Data di nascita6 maggio 1905, Torino
  4. Data di morte27 agosto 1973, Torino

  5. Nato a Torino, figlio unico dell'ingegnere Eugenio Mollino, completò gli studi, dalle elementari alle superiori, presso il Collegio San Giuseppe. Nel 1925 si iscrisse alla facoltà di Ingegneria e, dopo un anno, si trasferì alla Regia Scuola Superiore di Architettura dell'Accademia Albertina di Torino, in seguito divenuta facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dove si laureò nel luglio del 1931.
    Mollino è stato, oltre che architetto e designer, anche pilota di aeroplani e di auto da corsa, scrittore, fotografo. Ottimo sciatore, nonché direttore della Coscuma (commissione delle scuole e dei maestri di sci), nel 1951 scrisse il trattato Introduzione al discesismo dalle cui pagine emerge appieno tutta la sua personalità inquieta, fantasiosa, bizzarra.
    Dopo avere pubblicato nel 1948 i volumi Architettura, arte e tecnica, nel 1953 vinse il concorso a professore ordinario e ottenne la cattedra di Composizione architettonica, che conservò fino alla morte. Nel 1957 partecipò al Comitato organizzativo della XI Triennale di Milano.
    Mollino morì improvvisamente nel 1973, quando ancora era in attività, nel suo studio.




    Nel 1930, non ancora laureato, progettò la casa per vacanza a Forte dei Marmi e ricevette il premio "G. Pistono" per l'Architettura. Tra il 1933 e il 1948, mentre lavorava nello studio del padre, partecipò a numerosi concorsi. Vinse il primo concorso per la sede della Federazione agricoltori di Cuneo, il primo premio al concorso per la Casa del Fascio di Voghera e, in collaborazione con lo scultore Umberto Mastroianni, il primo premio al concorso per il Monumento ai Caduti per la Libertà di Torino (noto anche come Monumento al Partigiano), che venne collocato nel Campo della Gloria del cimitero Generale di Torino.
    Tra il 1936 e il 1939 realizzò, in collaborazione con l'ingegner Vittorio Baudi di Selve, l'edificio della Società Ippica Torinese, considerato il suo capolavoro, costruito a Torino in corso Dante e demolito nel 1960. Era un'opera che rompeva con il passato e che prendeva le distanze dall'architettura di regime, rifiutando i dettami del razionalismo e ispirandosi ad Alvar Aalto ed Erich Mendelsohn.
    Innamorato della montagna, progettò anche alcuni edifici montani, tra i quali la casa del Sole a Cervinia, la stazione di arrivo della funivia del Furggen e la Slittovia del lago Nero presso Sauze d'Oulx. Quest'ultimo chalet, realizzato fra il 1946 ed il 1947, presenta, verso monte, una grande terrazza che emerge con vigore dal volume principale, coniugando la modernità delle forme e delle tecniche costruttive con la tradizionalità dei materiali utilizzati. L'edificio è stato oggetto nel 2001 di un radicale intervento di restauro, reso necessario da decenni di abbandono e di vandalismi.
    Nel 1952 progettò a Torino l'Auditorium della Rai in via Rossini, oggetto di un controverso restauro eseguito nel 2006, che ne ha modificato radicalmente la struttura originaria.
    Nella prima metà degli anni sessanta diresse il gruppo di professionisti incaricati di progettare il quartiere INA-Casa in corso Sebastopoli a Torino e ricevette il secondo premio al concorso per il Palazzo del Lavoro di Torino, vinto da Pier Luigi Nervi nonostante il bando di concorso richiedesse un edificio con un unico volume senza colonne nella parte centrale.
    Nel 1964 partecipò al concorso per la Camera di Commercio di Torino, dove si classificò primo, e al concorso per il Teatro Comunale di Cagliari, dove fu terzo.
    Negli ultimi anni della sua carriera, dal 1965 al 1973, progettò e costruì i due edifici che lo hanno reso celebre: il palazzo della Camera di Commercio in via Carlo Alberto e il nuovo teatro Regio (ricostruito dopo l'incendio del 1936), inaugurato nel 1973. Poco prima della morte terminò i progetti per gli uffici AEM a Torino e partecipò ai concorsi per il Centro direzionale FIAT a Candiolo e per il Club Mediterranèe a Sestrière.












     Negli anni quaranta Mollino iniziò l'attività di progettista di interni e di designer.
    Gli arredi, spesso prodotti in pezzi unici o in serie limitate, fondono l'utilizzo di tecniche costruttive artigiane con la sperimentazione di nuovi materiali e nuove tecnologie, come il compensato curvato a strati sovrapposti.
    L'estetica che ne deriva non è direttamente riconducibile ad alcuna corrente artistica come, del resto, è sicuramente errato inserire l'opera molliniana in un contesto esclusivamente futurista.
    Profondamente affascinato dalla natura, Mollino ne ripropose le forme all'interno della propria produzione artistica, rielaborandole con estrema abilità e miscelandole con elementi propri del Modernismo, dell'Art Nouveau, del Surrealismo, del Barocco e del Rococo.
    Nel 1963, in occasione del capodanno, Carlo Mollino realizzò il drago da passeggio, una scultura in carta pieghettata e decorata da lui stesso. I diversi esemplari corredati di rocchetto per il filo e di un libretto di istruzioni per l'uso sono tutti numerati e intitolati.




















QUEL DIAVOLO DI UN MOLLINO.................MVM


  • 1938: Casa Miller, Torino
  • 1939: Casa Devalle, Torino
  • 1944: Casa Minola, Torino
  • 1949: Casa Orengo, Torino
  • 1959: Dancing Lutrario (ora Le Roi), via Stradella, Torino
  • 1968: Casa Pistoi, Torino












































THE LITTLE BAG IT'S SO CUTE 4 SUMMER TIME!!!!

2014 SUMMER TIME TEMPO DI MINI BAG.......DI TUTTI I MATERIALI E PIù CHIASSOSE SONO PIù HANNO SUCCESSO.........LOUIS VUITTON LA Fà DA PADRONE CON LOGO E MOTIVI IN PELLE COLORATI FLUO E NON....METALLERIE A Mò DI RAP TIME!
NOI DI MANIC VINTAGE MONDAY NON SIAMO DA MENO.....


MAX MARA 90'S CAVALLINO MOD: ANIMALIER 25€

lunedì 19 maggio 2014

1 YEAR FROM: MANICVINTAGEMONDAY FEAT ELENA DI CIOCCIO



QUESTA è UNA DI QUELLE COSE CHE CI RENDE SODDISFATTI  NEL FARE RICERCA
PER QUANTO RIGUARDA IL NOSTRO MONDO DEL VINTAGE IN TUTTE LE SUE SFACCETTATURE...AVERE UN'AMICA CARA COME ELENA DI CIOCCIO CHE CI FORTIFICA NELL'AUGURIO DI UN ANNO INSIEME AL NOSTRO PROGETTO MANICVINTAGEMONDAY.
E OVVIO CON IL SUO STILE: ECCO  UN SUO PICCOLO OMAGGIO VISIBILE
A TUTTI VOI.
GRAZIE DI CUORE ELENA <3 TONY & ANDREA


giovedì 15 maggio 2014

MANICVINTAGEMONDAY VS MOMO' REPUBLIC

DOMENICA 18 MAGGIO 2014 MANICVINTAGEMONDAY VI ASPETTA PRESSO MO'MO' REPUBLIC PIAZZA FORLANINI 10 00151 ROMA DALLE H 11,30-21,00

CON UN ESPOSIZIONE DI VENDITA INTERAMENTE DEDICATA ALL'UOMO VINTAGE
CON TEES, JEANS, JACKETS, SHIRTS, AND MORE........
PER FESTEGGIARE IL SUO PRIMO ANNO DI ATTIVITà.....SAREMO FELICI DI VEDERE I NOSTRI CLIENTI ORMAI DIVENUTI AMICI...E CONOSCERNE DI NUOVI.
TONY&ANDREA





lunedì 12 maggio 2014

THE JESUS AND MARY CHAIN VS UNDERCOVER P/E 2014 MAN COLLECTION CAPSULE

DAL PRIMO ALBUM IN VINILE DEL 1984 A 30 ANNI DALL'USCITA DI "PSYCO CANDY" DEI THE JESUS AND THE MARY CHAIN, UNDERCOVER DEDICA UNA CAPSULE DI TUTTO RISPETTO, PER I MALINCONICI DEL DARK WAVE ANNI 80.....BUONA VISIONE!
TONY















A volte nel rock può capitare che una rivoluzione totale nel modo di fare e pensare la musica avvenga in modo totalmente involontario: e negli ultimi anni nessuno più degli scozzesi Jesus And Mary Chain, ovvero la creatura dei bizzosi fratellini Reid - William (chitarra) e Jim (voce) - è un perfetto esempio di quanto una semplice, fin quasi banalissima intuizione possa cambiare radicalmente le cose in ambito musicale, specialmente in un periodo in cui il nuovo rock "indipendente" britannico in tutte le sue accezioni (il dark, la electro-wave e il pop-rock melodico e malinconico stile Smiths) stagnava nei suoi stereotipi incapace di sostanziali salti di qualità (a parte le magie intessute dalla 4AD, ma quello era un universo musicale a parte) o peggio tendeva a convertirsi pericolosamente verso i suoni di moda (il synth-pop), con risultati spesso deludenti: quel che è certo è che nessuno sembrava capace di riaccendere i furori e gli ardori del punk, che ormai era riconosciuto all'unanimità come prematuramente morto e sepolto. 

Ma quando nell'ottobre del 1984 quattro sconosciuti ragazzini scozzesi pubblicarono il loro primo singolo, "Upside Down", a molti parve possibile un miracoloso risveglio del sacro fuoco dei Sex Pistols. E in effetti nulla in loro tradiva quest'impressione: live-show incendiari, un atteggiamento strafottente e arrogante (con dichiarazioni non lontane dall'odierno ritornello "gallagheriano" del "we're the best rock band ever") e, last but not least, un talento "naturale" per la provocazione gratuita e beffarda (a questo basti solo il nome del gruppo, ma anche testi non propriamente per scolaretti, anzi in certi casi ai limiti dell'hard). 

Insomma, i terribili fratellini Reid, e non meno di loro i loro due comprimari, il bassista Douglas Hart e il perennemente ubriaco batterista Bobbie Gillespie (proprio quello che di lì a poco avvierà la fortunata avventura dei Primal Scream), avevano già dato con i loro primi singoli le premesse giuste per diventare i capofila di un "nuovo" punk, che alle regole di base del genere (canzoni veloci e volutamente approssimative, costruite su non più di tre accordi) sapeva unire tanto le atmosfere soffocanti della dark-wave quanto un innegabile talento melodico. Ma ciò che fin da subito contraddistinse il gruppo era il rumore: la chitarra di William Reid suonava infatti distorta all'inverosimile (ma non lontana in realtà dalle sventagliate che dall'altra parte dell'oceano caratterizzavano il nuovo hardcore di Husker Du eMinutemen). In ogni caso, dopo una manciata di singoli, per il gruppo era già pronto il contratto con una major e la possibilità di incidere il loro debut-album, che è appunto "Psychocandy". 

E in apertura, a scanso di equivoci, c'è subito il loro capolavoro, il manifesto di tutto un nuovo genere musicale, nonché una delle canzoni più belle di tutti gli anni Ottanta: "Just Like Honey". Gillespie detta il tempo picchiando su percussioni che suonano come catene sferraglianti, Hart si inserisce con una semplice e penetrante linea di basso di matrice dark, finché William Reid lancia i suoi semplicissimi accordi sfigurati dal rumore e Jim con voce spettrale e melodiosa intona una melodia di rara bellezza: e a quel punto il ritmo si apre, e la canzone si trasforma in una memorabile ballata, perfetta e irripetibile commistione tra rumore e melodia. 

Il disco non farà altro che innestare variazioni su questo tema (e in certi casi anche a riprenderlo quasi alla lettera, come in "Sowing Seeds"), ora lanciandosi in frenetiche cavalcate vicine ai Ramones ("My Little Underground", "The Living End", "Taste of Cindy"), ora invece rallentando i ritmi fino a lambire i cerimoniali della musica gotica ("Taste the Floor"), ed esaltando di volta in volta ora il versante melodico (con autentici capolavori come "The Hardest Walk", che indovina una cadenza e un'armonia praticamente perfette, e l'acustica "Cut Dead", non lontana dalle ballate visionarie e fiabesche di Syd Barrett), ora il versante rumoristico (con le terrificanti distorsioni di "In A Hole", "You Trip Me Up" e "It's So Hard", che lambiscono quasi le cacofonie industriali). 

Nel complesso, il disco è un autentico capolavoro, di eccezionale compattezza e maturità, che porta in sé tutti i "segni" sonori di quel periodo: ci sono il punk supersonico dei Ramones e quello apocalittico dei Sex Pistols, l'hardcore intimista degli Husker Du e le melodie raffinate degli Smiths, c'è il sound claustrofobico del dark e la violenza "metallica". Ma la vera rivoluzione dei Jesus And Mary Chain è altrove: l'importanza di quest'album non sta certo nella semplice idea dell'uso estremo o continuo del feedback, quanto nel risultato finale che è andato completamente oltre le premesse iniziali; nel suo rumorismo estremo e nel suo creativo contrasto con le splendide e semplici melodie intonate con voce suadente da Jim Reid, la distorsione, la violenza e, in sostanza, il furore punk, assumono una valenza che da terroristica diventa catartica. Il grido lancinante dei Jesus non è più rivolto all'esterno, alla società, alla ribellione: è invece completamente interiorizzato e portato a una dimensione più profonda. 

È la premessa per la nascita degli "shoegazer", anche se saranno altri gruppi a portare fino in fondo le intuizioni dei Reid: perché è probabile che i Reid stessi abbiano ottenuto da questo disco qualcosa che era ben oltre le loro reali intenzioni e capacità. E i dischi successivi, all'insegna di uno scialbo noise-pop solo occasionalmente capace di rinverdire i fasti di questo disco, sono dimostrazione di come i due fratelli scozzesi a fare una rivoluzione non ci pensassero neppure. Anni dopo arriveranno i My Bloody Valentine a compiere definitivamente ciò che i Jesus And Mary Chain avevano solo iniziato, forse senza volerlo. Ciò che conta comunque è che il loro primo disco è opera di fondamentale importanza nella storia del rock, un album seminale come pochi altri. Ma soprattutto, e semplicemente, è un disco di canzoni bellissime. Ed era questo probabilmente il vero obiettivo dei Reid: entrare nella storia del rock dalla porta principale per la bellezza delle loro canzoni e i due scozzesi l'hanno centrato in pieno, e al primo tentativo: se poi, per essere certi di entrare, quella porta hanno preferito sfondarla a suon di feedback sfibranti, tanto meglio per noi e per tutti i futuri shoegazer.